Tre donne formano il nucleo di Armilla. A loro si aggiungono musiciste diverse a seconda dei progetti che il trio costruisce, spinto dalla continua sete intellettuale, nei quali sceglie di impegnarsi.
Il repertorio – potenzialmente inesauribile – attraversa innumerevoli regioni del mondo ed è a suo agio in una babele di lingue, e comprende inediti, brani di compositrici e compositori viventi, o musiche scritte o trascritte appositamente per il trio.
Armilla Ensemble è una creatura multiforme, che muta e s’adatta come l’acqua. Sapientemente.
Armilla Ensemble è:
Valentina Valente, soprano
Claudia Ravetto, violoncello
Anna Barbero Beerwald, pianoforte
Un moto che naturalmente tende alla circolarità, quello di Armilla. Qualunque sia il luogo di partenza, la via che compie punta a tornarvi, a chiudere il cerchio. Per sottile che sia.
Le coordinate che definiscono il viaggio variano di continuo, sempre però mostrano le meccaniche celesti. Perché Armilla è anche lo strumento attraverso cui osservare, rimanere in ascolto. Di quei misteri cosmici ai quali si può rispondere con il silenzio o, qualche volta, con ciò che sta tra un punto di silenzio e il successivo.
Nello stesso tempo Armilla è luogo d’arrivo, è città e creature che la abitano. Dove il senso di meraviglia prevale, sopra tutti gli altri sensi.
Comprenderla appieno è impossibile, sfugge tra le dita come acqua, che non può essere imprigionata perché a lei spetta il compito di disciplinare il tempo. La ragione qui è sospesa. Si ha voglia di restare ancora, per vedere curiosi cosa succede.
Le voci suadenti giungono, chiamano, inutile tapparsi le orecchie con le mani. La mente le registra.
Com’è difficile conoscere ciò che sta dentro le persone. Ma se ne percepisce la tensione dell’una verso l’altra, a incontrarsi. A farsi unione, combinazione, a completarsi. L’esperienza di ciascuno, isolata per sua natura, non può che diventare collettiva: trama che copre chiunque, tessuto che avvolge, anello o bracciale che s’indossa per riconoscersi.
Prima interprete italiana in lingua tedesca dell’opera Lulu di Alban Berg (Liège, Palermo, Frankfurt), Valentina Valente sulle scene internazionali nel 1994 alla Philharmonie di Berlino in Boris Godunov di Mussorgski sotto la direzione di Claudio Abbado. Da allora ha cantato nei maggiori teatri italiani e internazionali come la Berliner Philharmonie, Großes Festspielhaus a Salzburg, Staatsoper a Wien, Bunka Kaikan e NHK Hall a Tokyo, La Monnaie a Bruxelles, La Scala di Milano, San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, La Fenice di Venezia etc., con un vastissimo repertorio che spazia dal barocco al belcanto italiano al contemporaneo. Vince il Premio Mozart al X Concorso Internazionale Belvedere di Vienna e il 1° Premio al IV Concorso Internazionale di canto Opera e Lied «J. Gayarre» a Pamplona, e nel 2009 si laurea in Lingue e Letteratura Tedesca e Araba all’Università di Torino. Artista poliedrica, raffinata liederista, interprete ideale dei capolavori vocali della seconda scuola viennese (Schönberg, Webern e Berg), canta opere in prima assoluta, alcune delle quale scritte per lei, di numerosi compositori contemporanei, tra i quali Claudio Ambrosini, P. Bartholomée, E. Battaglia, Azio Corghi, Philip Glass, Marco Momi, Max Pitzianti, Aribert Reimann, Isang Yun etc. Incide per Sony, Stradivarius, Bongiovanni, Warner-Fonit, Arts, Cyprés, Évidence.
Ha studiato con Sergio Patria presso il Conservatorio «G. Verdi» di Torino dove si è diplomata con il massimo dei voti nel 1988. Ha seguito i corsi tenuti da Michael Flaksman presso la Staatliche Hochschule für Musik di Stuttgart e la Staatliche Hochschule für Musik di Mannheim, conseguendo entrambi i diplomi. Si è affermata in numerosi concorsi sia come solista sia in formazione di duo e trio e nel 1994 ha vinto la selezione europea che le ha consentito di partecipare al “Seminario Piatigorsky” presso la School of Music University of Southern California di Los Angeles. Dal 1990 al 2005, con il Quartetto d’archi «Paolo Borciani», ha suonato per le maggiori istituzioni musicali, registrato per Naxos e Stradivarius, nonché per la rivista Amadeus e per il canale satellitare Sky Classica e tenuto masterclasses di interpretazione quartettistica e cameristica; dopo lo scioglimento del Quartetto Borciani, con Francesco De Angelis, Lorenzo Gentili Tedeschi e Roberto Tarenzi, ha dato vita al Quartetto d’archi «Verdi». Dal 2005 fa parte dell’Ensemble «Gli 8 violoncelli di Torino» e dal 2010 suona nel Quartetto d’archi Nor Arax, gruppo specializzato nel repertorio di origine armena, tradizionale e moderno. È titolare della cattedra di Musica d’Insieme per Archi presso il Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Torino.
Si diploma in Pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il «G. Verdi» di Torino sotto la guida di Vera Drenkova. Approfondisce gli studi solistici e cameristici alla Musikhochschule di Luzern con Ivan Klansky e all’Ecole Normale «A. Cortot» di Parigi con Nelson Delle Vigne. Dal 2003 inizia a interessarsi al mondo del teatro e collabora a progetti che vedono la fusione di diverse arti (teatro, poesia, danza, arti plastiche). Ha inciso per VelutLuna, oltre ad un cd live per Bm Records, una compilation per FaberTeater e una collaborazione nel disco Razmataz di Paolo Conte. Dal 1993 svolge intensa attività concertistica in tutta Europa, sia come solista che in formazioni cameristiche strumentali e vocali e in ambito teatrale. Partecipa a numerosi festival internazionali di musica e di teatro tra cui «Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo» a Torino, Paris International Summer Session, SettembreMusica MiTo, Concerti di Radio3 al Quirinale di Roma, Festival della Nazioni di Città di Castello, Fundaciòn J. March di Madrid.
Text © Francesca Valente