Che cosa sarebbe Torino senza l’Unione Musicale? Per quanta attività si svolga sotto la Mole, la stella polare «sine qua non» per la cameristica è sempre l’Unione. I grandi artisti non rinunciano a venirci; i giovani emergenti abbondano; la direzione artistica di Giorgio Pugliaro è garanzia di qualità e varietà. Così anche la stagione 2017 – 2018, dal 18 ottobre al 26 maggio, si basa su «continuo e discreto, tradizione e innovazione».
NOMI CELEBRI. Dell’avvio alla grande con Daniil Trifonov scriviamo in un altro articolo. Ma poi, scorrendo il calendario, ecco nomi d’oro. Per citarne solo alcuni: Murray Perahia, Katia e Marielle Labèque, Radu Lupu, Angela Hewitt, Nikolai Lugansky per i pianisti; Maxim Vengerov, Uto Ughi per i violinisti; il violista Yuri Bashmet, il violoncellista Giovanni Sollima, il gambista Jordi Savall, il clarinettista Alessandro Carbonare; i cantanti Sandrine Piau, Markus Werba (il Papageno del recente «Flauto magico» al Regio), Giuseppina Bridelli, Valentina Valente. Tra i gruppi spiccano il sempre fantastico Quartetto Hagen, i Solisti Aquilani, il Trio di Parma e il Quartetto di Cremona, l’Ensemble Modo Antiquo, il Quartetto Casals per l’integrale di Beethoven; e non stona affatto, anzi, la serata fuori ordinanza degli Africa Unite con gli Architorti e la MM Contemporary Dance Company. [Leggi su TorinoSette La Stampa]