IL CORRIERE DELLA SERA, April 2010, (E. Parola) – Il «Pierrot lunaire» visto da Sylvano Bussotti
«Pierrot lunaire», basta la parola. E’ l’opera più famosa, più amata ed eseguita di Schönberg, modello formale dello Sprechgesang ma soprattutto manifesto dell’espressionismo musicale, vera e propria traduzione in note dell’omonima corrente pittorica. Ma il «Pierrot lunaire» in cartellone stasera al Dal Verme incuriosisce e attira gli amanti del repertorio novecentesco perché viene presentato in una versione scenica che porta una firma prestigiosa e fascinosa, quella di Sylvano Bussotti. Figura eclettica di poeta, attore e soprattutto musicista, allievo di Dallapiccola, sodale di Cathy Berberian, Boulez e John Cage, compositore richiesto dai maggiori teatri il settantenne fiorentino ha curato anche scene e costumi, guidando nella loro realizzazione le giovani maestranze dell’ Accademia della Scala. Sul podio sale il nipponico Yoichi Sugiyama, mentre la parte vocale è affidata a Valentina Valente, interprete giovane ma già esperta e di riferimento a livello internazionale per il Novecento storico, e quella strumentale all’altrettanto giovane e altrettanto affermato «Mdi Ensemble», cui Bussotti dedica una sua opera eseguita stasera in prima assoluta, «Arlequin poupì».