In “Les Mots” (2005) su testo di Giacometti, Marco Momi intende lavorare il suono come lo scultore in un atelier. E individua infatti subito un suono molto personale, nervoso e nitido., mobilissimo nella parte strumentale (8 esecutori), mentre i comportamenti vocali non hanno nulla a che vedere con la tradizionale declamazione del testo, intonato in modo frammentato e antinaturalistico.

Bravissimi i solisti e di alta qualità tutte le esecuzioni.

(Paolo Petazzi)

Review di Paolo Peruzzi su Classic Voice