Pierrot lunaire fotografia di Nadar

Considerato a ragione il capolavoro di Schoenberg, il Pierrot Lunaire ha rappresentato una rivoluzione nella prassi della musica da camera e del teatro, il manifesto dell’espressionismo musicale.

Pierrot, poeta-eroe malinconico e triste, è il protagonista dei 21 aforismi musicali di cui è composta l’intera opera.

A prestar voce alle riflessioni e alle immagini del nostro dandy di Bergamo, è una Sprechstimme, ossia un canto parlato: l’opera, infatti, è un melologo per voce recitante e per un gruppo di strumenti. L’ispirazione e lo stimolo per comporre quest’opera vennero offerte a Schoenberg dall’attrice Albertine Zehme, cantante dei Kabaret di Berlino, che gli chiese di comporre un melologo proponendo, come fonte, la raccolta di 50 Rondels dedicati proprio alla maschera di Pierrot del poeta belga Albert Giraud. In quest’opera Schoenberg segna l’apice della sua arte in cui, emancipate le dissonanze, sospesi i tradizionali nessi tonali e svelato le spazio dei dodici suoni della scala cromatica temperata, scopre le possibilità espressive di pochi strumenti, che accompagnano la voce recitante in raggruppamenti sempre diversi, da due a cinque strumenti insieme, per favorire la creazione di un’atmosfera allucinata e slegata da convenzioni formali, ma sempre significativa per il testo messo in scena. Questa prospettiva lascia a Schoenberg la possibilità di esplorare in piena libertà le potenzialità poetiche del testo e timbriche della musica, attuando così i postulati irrazionali della poetica espressionista.

Pierrot Lunaire op. 21 di Arnold Schoenberg (1874-1951)

(Dreimal sieben Gedichte aus Albert Girauds Pierrot lunaire, op. 21)

Valentina Valente, Soprano

Andrea Ivaldi, Direttore

Tony Chessa, Flauto e Ottavino – Marcello Melis, Clarinetto – Dante Casu, Clarinetto basso – Alessandro Puggioni, Violino – Gioele Lumbau, Viola – Francesco Abis, Violoncello – Anna Revel, Pianoforte

Teatro Bocheteatro, via Trieste 48, Nuoro | Ore 20:30

Info: Ente Musicale di Nuoro